L’indagine sul furto di video intimi di Stefano De Martino e Caroline Tronelli ha portato a una scoperta scioccante: un portale illegale vendeva immagini rubate da circa 2000 impianti di videosorveglianza, 200 dei quali in Italia.
Secondo gli esperti di Yarix, azienda di cybersicurezza, le telecamere violate sono di vari tipi, da quelle economiche acquistabili nei supermercati a modelli più evoluti. Il problema principale non è la tecnologia, ma l’utilizzo scorretto: password deboli, mancanza di doppia autenticazione e aggiornamenti software mancanti sono le principali cause.
Molti utenti, spesso autoinstallatori dei sistemi, posizionano le telecamere in luoghi inappropriati come camere da letto e bagni, aumentando il rischio di violazioni. Una maggiore consapevolezza e una migliore “igiene cibernetica” avrebbero potuto prevenire il 90% dei furti, secondo gli esperti. La scoperta più allarmante? Queste piattaforme illegali sono facilmente raggiungibili sui motori di ricerca standard, non nel dark web.
L’indagine è stata consegnata alla Polizia Postale, mentre la Procura deciderà quando disattivare i portali, attualmente ancora attivi. Gli esperti di Yarix hanno inoltre scoperto altre piattaforme simili, anche se più piccole, confermando la vastità del problema.