Le trattative per la risoluzione del conflitto in Ucraina assumono nuove sfaccettature. Recenti report indicano che Vladimir Putin avrebbe proposto il coinvolgimento della Cina come garante di un possibile accordo di pace, manifestando disponibilità a discutere garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ma escludendo categoricamente la presenza di forze militari NATO.
Questa proposta emerge in seguito a colloqui con Donald Trump, che secondo alcune fonti avrebbe preso in considerazione un’idea simile a quella presentata dall’Italia: la protezione di Kiev attraverso l’articolo 5 dello Statuto NATO, senza la necessità dell’adesione formale dell’Ucraina all’alleanza. Tale articolo prevede l’intervento militare collettivo in caso di aggressione a uno stato membro.
Dettagli sulle richieste russe sono stati forniti dal Financial Times, citando fonti vicine ai colloqui. Putin avrebbe avanzato la richiesta di ritiro ucraino dal Donetsk orientale in cambio del congelamento della linea del fronte nelle regioni meridionali di Cherson e Zaporizhzhia. Questo permetterebbe a Mosca il pieno controllo di un territorio parzialmente occupato da oltre un decennio. Oltre ai territori, Mosca insiste sul russo come lingua ufficiale in Ucraina e su garanzie di sicurezza per la chiesa ortodossa russa.
La reazione di Volodymyr Zelensky è stata di non accettazione della cessione del Donetsk, pur dichiarandosi disponibile a discutere la questione territoriale con Trump. Zelensky ha sottolineato la difficoltà di raggiungere un accordo di pace a causa del rifiuto russo di numerose richieste di cessate il fuoco. Trump, nel frattempo, ha comunicato ai leader europei l’intenzione di organizzare un vertice trilaterale con Putin e Zelensky entro il 22 agosto, a condizione che i colloqui previsti tra Trump e Zelensky si concludano positivamente.
Il 17 agosto si è tenuta una videoconferenza del gruppo dei Volenterosi, comprendente leader europei come Macron, Starmer, Merz e Meloni. L’Institute for the Study of War, tuttavia, ha espresso cautela sulla presunta disponibilità di Putin a compromessi, evidenziando una discrepanza tra le affermazioni riportate dalle fonti americane e le dichiarazioni ufficiali di Putin e altri esponenti russi.
La situazione rimane complessa e piena di incertezze. Le trattative per una soluzione pacifica in Ucraina sono ancora in una fase delicata, con posizioni contrastanti e la necessità di una mediazione efficace per superare le profonde divergenze tra le parti coinvolte. L’ipotesi di un coinvolgimento cinese come garante rappresenta un elemento chiave in questo scenario, ma la sua effettiva efficacia resta ancora da verificare.