A Venezia, i borseggiatori stanno denunciando i cittadini che li fotografano o li riprendono con video. Questo paradosso è dovuto a una recente riforma della giustizia che ha modificato la procedibilità del furto con destrezza.
Prima della riforma, il furto con destrezza era un reato procedibile d’ufficio, permettendo alle forze dell’ordine di intervenire senza la necessità di una querela. Ora, invece, è necessario che la vittima sponga denuncia. Di conseguenza, i cittadini non possono più trattenere un borseggiatore, pena una denuncia per sequestro di persona, con pene da 6 mesi a 8 anni.
Questa situazione ha portato a un aumento delle denunce da parte dei borseggiatori nei confronti di chi cerca di documentarne le azioni. Anche la pubblicazione di video o foto sui social media, pur se a scopo di documentazione, può comportare rischi legali legati alla privacy. La scarsa propensione dei turisti a denunciare i furti aggrava ulteriormente il problema.
La giunta di Venezia ha chiesto una modifica alla legge per contrastare questo fenomeno, che rende difficile la repressione dei borseggi. La situazione evidenzia le conseguenze inaspettate della riforma, lasciando le vittime in una posizione di vulnerabilità.