Roberto Vannacci, eurodeputato e vice segretario della Lega, ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria estiva sui social media. La campagna, incentrata su una crema solare ribattezzata con ironia “Protezione 50+” in riferimento al suo grado militare, presenta lo slogan “Proteggiti dalla sinistra, idratazione anti-comunista”.
L’aspetto controverso della campagna risiede nell’utilizzo di una fotografia che ritrae Vannacci in divisa dell’Esercito Italiano. La foto, che mostra distintamente i simboli del reparto paracadutisti, ha suscitato polemiche in quanto l’utilizzo della divisa militare a fini di propaganda politica è vietato.
Sebbene Vannacci possa argomentare che la foto sia stata scattata durante il periodo in cui prestava ancora servizio attivo nell’esercito, e quindi prima della sua candidatura politica, la questione rimane delicata. Precedenti casi simili hanno visto l’accettazione di questa giustificazione da parte delle forze armate, rendendo difficile una presa di posizione nettamente contraria nel caso specifico di Vannacci.
L’uso della divisa in una campagna politica, indipendentemente dall’allineamento politico del soggetto, è considerato inopportuno all’interno dell’ambiente militare. Questa violazione del regolamento interno ha generato irritazione e malumore tra alcuni membri delle Forze armate.
Nonostante la potenziale giustificazione formale di Vannacci, la polemica si è comunque diffusa rapidamente sui social media, generando un acceso dibattito pubblico sull’opportunità e l’eticità dell’utilizzo di simboli militari a fini politici. La questione solleva interrogativi sul confine tra libertà di espressione e rispetto delle norme interne alle forze armate.
La campagna di Vannacci, seppur mirata a raggiungere un pubblico ampio e a veicolare un messaggio politico preciso, rischia di alimentare tensioni e controversie, in particolare all’interno delle istituzioni militari. Il caso evidenzia la complessità del rapporto tra impegno politico e appartenenza a corpi militari, ponendo l’accento sulla necessità di una chiara definizione delle regole e delle sanzioni in caso di violazione.