La scomparsa di Abdou Ngom, un ragazzo di 13 anni annegato nel fiume Tanaro lo scorso 22 aprile, ha portato ad una svolta nelle indagini quattro mesi dopo. Un suo amico quindicenne è stato accusato di omicidio colposo.
Il padre di Abdou, Khadim Ngom, un operaio senegalese che vive in Italia da 24 anni, lancia un appello disperato: desidera ritrovare il corpo del figlio per poterlo seppellire in Senegal, dove vivono i suoi nonni. La famiglia ha già celebrato due cerimonie, una in Italia e una in Senegal, ma l’assenza del corpo accentua il dolore.
Abdou, che non sapeva nuotare, era uscito di casa senza avvisare nessuno. Secondo le testimonianze raccolte e le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura dei minori di Torino, il ragazzo sarebbe stato spinto in acqua dal suo amico quindicenne. La testimonianza di altri ragazzi presenti, insieme a conversazioni recuperate dai cellulari, hanno portato a questa conclusione.
Sebbene inizialmente si fosse ipotizzato un incidente, le indagini hanno rivelato una versione diversa. Il quindicenne, inizialmente, aveva sostenuto che Abdou si fosse semplicemente lasciato travolgere dall’acqua dopo essere stato lasciato sull’arenile. Tuttavia, le intercettazioni ambientali e le conversazioni recuperate dai cellulari sembrerebbero smentire questa versione dei fatti.
L’accusa nei confronti del quindicenne è di omicidio colposo, con dolo eventuale. Il ragazzo, assistito dai suoi avvocati, nega di aver spinto intenzionalmente Abdou in acqua. È stato posto sotto misura cautelare in comunità.
La famiglia Ngom, oltre a chiedere giustizia per la morte del figlio, spera di poter finalmente recuperare il corpo di Abdou per dare una degna sepoltura. L’avvocata Francesca Carpino ha scritto al prefetto per richiedere nuove ricerche nel fiume, nella speranza di trovare una qualche risposta alle loro domande e di poter finalmente dare pace al loro dolore.
Questa tragedia ha scosso la comunità locale e solleva interrogativi sulla responsabilità dei giovani e le conseguenze delle loro azioni. L’accaduto evidenzia la necessità di educazione sulla sicurezza acquatica e la prevenzione di situazioni simili in futuro.