Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 agosto, un grave incidente si è verificato presso il carcere minorile di Treviso. Un ragazzo di 17 anni, un minore straniero non accompagnato, ha tentato il suicidio. Il giovane era stato arrestato poche ore prima in provincia di Vicenza con l’accusa di furto e aggressione, e temporaneamente trasferito nel Centro di Prima Accoglienza (CPA) del carcere trevigiano.
Secondo le ricostruzioni, poco prima della mezzanotte il ragazzo ha utilizzato i propri jeans per creare un cappio e tentare di impiccarsi. La tempestiva reazione degli agenti della Polizia Penitenziaria è stata fondamentale. Intervenuti immediatamente, hanno liberato il minore e iniziato le manovre di rianimazione, salvando così la sua vita.
Il medico del carcere è prontamente giunto sul posto, continuando le procedure di rianimazione. Successivamente, il 17enne è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Treviso, dove è stato ricoverato in gravi condizioni, ma con segnali vitali presenti. Le sue condizioni sono monitorate costantemente.
Il Capo del Dipartimento Giustizia Minorile, Antonio Sangermano, ha espresso solidarietà al giovane e ha elogiato la rapidità e la professionalità degli agenti intervenuti, sottolineando in particolare l’azione di due agenti che hanno immediatamente avviato le manovre di soccorso. L’intervento tempestivo ha evitato il peggio.
L’accaduto ha acceso nuovamente il dibattito sulle condizioni di detenzione dei minori e sulla necessità di un supporto psicologico adeguato per i giovani in situazioni di vulnerabilità, soprattutto per chi si trova in una condizione di straniero non accompagnato, lontano dalla propria famiglia e dal proprio contesto sociale. La vicenda sottolinea l’importanza di interventi preventivi e di un’attenzione costante alle esigenze psicologiche dei detenuti minorenni.
Le indagini sono in corso per comprendere appieno le motivazioni del gesto del 17enne e per valutare le eventuali responsabilità. L’episodio pone l’accento sulla necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza e di assistenza psicologica all’interno delle strutture carcerarie minorili, garantendo un supporto adeguato a tutti i giovani detenuti.