Lo spot di American Eagle con Sydney Sweeney come testimonial ha scatenato una vivace polemica negli Stati Uniti, trasformandosi in un nuovo terreno di scontro politico. La campagna, apparentemente semplice, ha suscitato reazioni contrastanti, dividendo l’opinione pubblica e generando un acceso dibattito sui social media.
La frase pubblicitaria, “Sydney Sweeney has great jeans”, giocando sull’ambiguità tra “jeans” (pantaloni) e “genes” (geni), ha innescato l’accusa di promozione involontaria di un ideale suprematista bianco. Alcuni commentatori hanno definito l’estetica dell’attrice, descritta come “arianeggiante”, come elemento centrale della critica. Il video dello spot, con Sweeney in total denim, ha rapidamente fatto il giro del web, alimentando l’indignazione di molti.
American Eagle ha cercato di chiarire la situazione, affermando che la pubblicità si concentra esclusivamente sui propri jeans, senza implicazioni genetiche o ideologiche. Tuttavia, la controversia persiste, con influencer progressisti, attivisti e opinionisti liberali tra i critici più accesi. Al contempo, alcuni repubblicani hanno ironizzato sulla reazione, sottolineando l’eccessività della “cultura della cancellazione”.
L’intervento di Donald Trump ha ulteriormente polarizzato la situazione. Dopo aver appreso che Sweeney è registrata come elettrice repubblicana in Florida, Trump ha espresso il suo apprezzamento per lo spot, affermando di adorarlo. Questo endorsement ha evidenziato la strumentalizzazione politica della vicenda, trasformando la pubblicità in un simbolo della divisione culturale americana.
Anche Donald Trump Jr. ha contribuito alla polemica pubblicando su Instagram un’immagine generata con intelligenza artificiale che ritrae il padre in completo denim, accompagnata da una didascalia ironica. La vicenda evidenzia come anche una campagna pubblicitaria apparentemente innocua possa trasformarsi in un’arena di scontro politico e ideologico.
In contrasto con la pubblicità di American Eagle, la recente campagna Levi’s con Beyoncé è stata presentata come un esempio di inclusività e empowerment femminile, sottolineando ulteriormente la polarizzazione del dibattito in corso.
La vicenda Sydney Sweeney rappresenta un ulteriore capitolo della guerra culturale americana, alimentando il confronto tra le diverse fazioni politiche e sociali.