Stefano Argentino, il 27enne reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella, si è suicidato in carcere a Messina meno di un mese prima della prima udienza del processo. La notizia ha suscitato profondo sconcerto e sollevato interrogativi sulla gestione del caso da parte delle autorità carcerarie.
Argentino, dopo l’arresto avvenuto il 1° aprile a seguito dell’omicidio della 22enne Sara Campanella avvenuto il 31 marzo, era stato sottoposto a sorveglianza speciale a causa di una grave depressione. Il personale sanitario del carcere Gazzi aveva inizialmente espresso timori riguardo al rischio di suicidio, monitorando attentamente il suo stato di salute. Negli ultimi giorni, tuttavia, sembrava che le sue condizioni fossero migliorate, tanto che gli era stato concesso il reintegro in un regime carcerario ordinario.
L’avvocato di Argentino, Stefano Cultrera, ha espresso dure critiche nei confronti dello Stato, affermando che avrebbe potuto essere fatto di più per prevenire il suicidio. Cultrera ha sottolineato la precarietà della situazione psicologica del suo assistito, evidenziando una storia familiare di disturbi psichiatrici, in particolare la diagnosi di disturbo bipolare schizofrenico nel padre. Secondo il legale, questa condizione genetica avrebbe potuto influenzare lo stato mentale di Argentino, aggravando il suo disagio.
L’avvocato ha inoltre raccontato dell’ultimo incontro con Argentino in carcere, durante il quale il giovane avrebbe espresso un profondo senso di malessere, affermando: “Qui la situazione non è assolutamente facile”. Cultrera aveva precedentemente richiesto una perizia psichiatrica per il suo assistito, ma la richiesta era stata respinta dal GIP. Questa decisione, a detta dell’avvocato, avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche.
L’omicidio di Sara Campanella è avvenuto dopo che la giovane aveva ripetutamente chiesto ad Argentino di lasciarla in pace. Secondo le testimonianze e le immagini di videosorveglianza, Argentino aveva atteso Sara fuori dal Policlinico di Messina, dove entrambi studiavano Tecniche di laboratorio biomedico. Dopo una breve passeggiata, Sara aveva registrato un messaggio vocale in cui chiedeva ad Argentino di interromperla di seguirla. A questo punto, Argentino avrebbe estratto un coltello e colpito ripetutamente la ragazza alla gola, prima di darsi alla fuga.
La vicenda solleva interrogativi complessi sulle responsabilità dello Stato nella gestione dei detenuti con problemi di salute mentale e sulla necessità di garantire adeguate cure e supporto psicologico all’interno delle carceri italiane. La tragedia di Argentino e Sara Campanella rappresenta un evento doloroso che impone una riflessione approfondita sulle misure di prevenzione e sulla tutela della salute mentale sia all’interno che all’esterno del contesto carcerario.