Sette persone sono indagate a seguito del suicidio in carcere di Stefano Argentino, il 22enne che aveva confessato l’omicidio della collega universitaria Sara Campanella. Argentino è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Messina, dove si è impiccato. La procura ha notificato gli avvisi di garanzia in attesa dell’autopsia, prevista dopo la nomina del consulente del pubblico ministero.
L’autopsia, atto irripetibile, vedrà la partecipazione di periti nominati sia dalla difesa degli indagati che dalla procura. Tra gli indagati figurano la direttrice e la vice direttrice del carcere di Gazzi, l’addetto ai servizi trattamentali, e l’équipe di psichiatri e psicologi che seguivano Argentino. L’inchiesta si concentra sull’eventuale presenza di omissioni o errori nella sorveglianza del detenuto.
Argentino aveva manifestato in passato intenzioni suicide, venendo sottoposto a un regime di osservazione speciale. Circa due settimane prima del suicidio, tuttavia, è stato riportato al regime ordinario e assegnato a una cella con altri detenuti. Le indagini hanno portato alla luce alcune note sul suo smartphone, rivelando una premeditazione sia dell’omicidio di Campanella che del suicidio stesso. In una nota datata 5 ottobre 2024, si leggeva: “Provo a parlarle, ma continua a non fare niente. Proverò per un’ultima volta ad avvicinarmi, ma alla fine l’esito sempre quello sarà… la uccido e mi suicido”. Accanto a questa nota, una lettera d’addio alla madre, in cui Argentino rifiutava l’immagine di “mostro”.
L’obiettivo dell’indagine è accertare se, a fronte del rischio di suicidio, siano state adottate tutte le misure precauzionali necessarie. Si sta verificando se le procedure di sorveglianza e il supporto psicologico offerto siano stati adeguati e se abbiano rispettato gli standard previsti per i detenuti a rischio suicidio. L’inchiesta mira a chiarire se eventuali inadempienze abbiano contribuito al tragico epilogo. Le indagini sono in corso e saranno fondamentali per determinare le responsabilità e le eventuali omissioni nella gestione del caso.
La vicenda solleva importanti questioni sulla gestione dei detenuti con problemi psicologici e sulle misure di sicurezza adottate nelle carceri italiane per prevenire i suicidi. L’esito dell’inchiesta sarà cruciale per comprendere le dinamiche dell’accaduto e per implementare eventuali misure di prevenzione future.