Il geologo Mario Tozzi ha proposto un piano in cinque punti per contrastare lo sfruttamento delle spiagge italiane, un sistema da lui definito ingiusto e da rivoluzionare. Secondo Tozzi, il problema nasce da un modello di gestione delle coste mutuato dal Nord Europa e amplificato in Italia, a differenza di Grecia, Spagna, Francia, Portogallo e Croazia, dove una parte significativa delle spiagge rimane libera o attrezzata a prezzi accessibili.
Il primo punto del piano prevede che il 50% delle spiagge di ogni comune rimanga libero, escludendo porti, tratti non balneabili, impianti industriali e parchi nazionali. Tozzi suggerisce un patto con i concessionari, prevedendo che della metà restante, una parte sia gestita dai comuni con servizi gratuiti a prezzi calmierati.
Il secondo punto riguarda le spiagge rimanenti, che potrebbero essere concesse a privati a canoni consistenti, ma con rigorose garanzie ambientali, gare di concessione brevi e accesso libero alla battigia. Le strutture dovrebbero essere prevalentemente rimovibili, mentre quelle permanenti abusive andrebbero demolite a spese dei responsabili.
Il terzo punto sottolinea l’importanza della stagionalità. Tozzi propone lo sgombero completo dei litorali da ottobre ad aprile, rimuovendo qualsiasi struttura, anche quelle rimovibili. Questo permetterebbe un periodo di riposo e recupero per l’ecosistema costiero.
Il quarto punto si concentra sulla necessità di contrastare l’abusivismo edilizio. Tozzi afferma che il reato di abusivismo sulle linee di costa non può essere sanato da condoni, sottolineando la gravità delle infrazioni e la necessità di una severa applicazione della legge.
Il quinto punto, infine, implica una collaborazione tra comuni, imprenditori balneari e istituzioni per la salvaguardia del patrimonio costiero. La proposta di Tozzi richiede una revisione completa del modello attuale, puntando alla sostenibilità ambientale e ad una maggiore equità nell’accesso alle spiagge per tutti i cittadini.