Tra maggio 2023 e marzo 2024, a Roma si sono registrati 614 crolli di alberi o rami, con una media di un evento ogni 14 ore. Questo dato, riportato da diversi organi di stampa, evidenzia una situazione di criticità che ha portato all’indagine della Procura di Roma. L’inchiesta ha coinvolto 23 persone, tra dirigenti comunali, tecnici e rappresentanti di aziende di manutenzione del verde, accusate di disastro colposo a causa di negligenza, imprudenza e imperizia nella gestione del patrimonio arboreo.
L’accusa contesta la mancata vigilanza e una gestione definita “frammentata e inefficace”, in particolare nei casi di crolli avvenuti in zone ad alta densità di popolazione. L’indagine ha preso in considerazione la catena gestionale, dal Dipartimento Tutela Ambiente del Campidoglio ai responsabili municipali e alle aziende di manutenzione. La Procura sottolinea come il rischio per i cittadini sia stato “concreto e diffuso”.
L’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha difeso l’operato dell’amministrazione, sottolineando la complessità della gestione del verde pubblico romano, con un patrimonio di circa 340.000 alberi e milioni di rami. Alfonsi ha evidenziato l’aumento dell’attenzione e degli stanziamenti per i controlli, pur riconoscendo l’elevato rischio di incidenti legato all’età e alle condizioni di alcuni alberi. L’assessora ha anche sottolineato il difficile equilibrio tra la necessità di interventi di potatura o abbattimento per motivi di sicurezza e le critiche ricevute per eventuali interventi considerati eccessivi.
Il dibattito pubblico si concentra anche sulla professionalità degli agronomi incaricati delle valutazioni sugli alberi. L’assessora Alfonsi ha ribadito che si tratta di professionisti iscritti all’albo, che si assumono la responsabilità legale delle loro certificazioni. Sono inoltre in atto protocolli con l’Ordine degli Agronomi e altre istituzioni per una maggiore supervisione. L’amministrazione comunale ha inoltre evidenziato gli sforzi compiuti negli ultimi anni: oltre 30.000 alberi piantati e circa 13.000 abbattuti, oltre a ulteriori piantumazioni previste dal PNRR. Sono state inoltre introdotte procedure per l’irrigazione e la sostituzione delle piante che non attecchiscono.
L’inchiesta è in corso e nei prossimi mesi il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio i 23 indagati. La vicenda evidenzia le sfide legate alla gestione del verde pubblico in una grande città come Roma, con la necessità di bilanciare la cura del patrimonio arboreo con la priorità della sicurezza pubblica.