Una bozza di decreto in fase di elaborazione mira a riformare il Ministero della Difesa, ampliando le sue competenze nel settore della cybersicurezza. Secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, la riforma prevede un maggiore controllo da parte del dicastero guidato da Guido Crosetto su dati sensibili di aziende e pubbliche amministrazioni, arrivando a includere anche la nomina dei generali.
Il decreto si focalizza su un elenco di soggetti chiave, definiti “perimetro di sicurezza cibernetica”, comprendente centinaia di entità. Questi soggetti, per garantire elevati standard di sicurezza informatica e prevenire attacchi hacker, sono attualmente sotto il controllo di Palazzo Chigi, del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) e del Ministero dell’Interno. La proposta di Crosetto estenderebbe la supervisione anche al Ministero della Difesa.
La motivazione principale di questa iniziativa risiede nell’aumento degli attacchi informatici, molti dei quali riconducibili al Cremlino, in conseguenza del conflitto in Ucraina. L’espansione delle competenze del Ministero della Difesa nel settore della cybersicurezza è vista come una risposta necessaria a questa crescente minaccia. Tuttavia, la bozza ha incontrato una certa resistenza da parte di Palazzo Chigi, con la necessità di un esame approfondito da parte della Premier.
La riforma prevede anche modifiche al processo di nomina dei vertici militari. La scelta dei generali di brigata, divisione e corpo d’armata non sarà più di competenza dei singoli Stati Maggiori, ma affidata ad una commissione interforze, integrata da un membro del gabinetto del Ministro della Difesa.
Oltre alla riforma ministeriale, due proposte di legge presentate in Parlamento, una dal deputato Giorgio Mulè e l’altra dalla deputata Augusta Montaruli, prevedono l’estensione delle “garanzie funzionali” degli agenti segreti ai militari impegnati in operazioni cyber, in particolare al Comando Operazioni in Rete (COR). Questa misura, che permetterebbe ai militari di operare senza essere indagati per eventuali reati commessi durante missioni delicate, è vista con favore dal Ministero della Difesa, ma con meno entusiasmo da Palazzo Chigi.
In sintesi, la riforma del Ministero della Difesa proposta da Crosetto rappresenta un intervento significativo nel settore della cybersicurezza, ma la sua attuazione potrebbe incontrare ostacoli a causa delle potenziali tensioni con Palazzo Chigi. Il dibattito sulla riforma e sulle sue implicazioni è destinato a proseguire nei prossimi mesi.