Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha definito Vladimir Putin uno “straordinario negoziatore”, sottolineando la sua esperienza nel KGB e la sua capacità di condurre trattative complesse. Sebbene Renzi abbia ribadito inequivocabilmente la responsabilità russa nell’aggressione all’Ucraina, ha descritto il modus operandi di Putin, evidenziando la sua abilità nel costruire relazioni personali, come dimostrato dai suoi incontri con leader internazionali, e nel perseguire obiettivi a lungo termine.
Secondo Renzi, l’obiettivo di Putin sarebbe quello di plasmare un nuovo ordine mondiale, paragonabile alla Conferenza di Yalta, che ridisegnò la mappa geopolitica dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’ex premier ha descritto lo stile comunicativo di Putin come “monocorde”, ma efficace, caratterizzato da un’attenta costruzione delle frasi e da un approccio strategico alle trattative.
L’intervista ha toccato anche altri temi, tra cui la situazione politica italiana. Renzi ha annunciato la sua separazione dalla Mondadori, editore dei suoi libri, a seguito di una polemica con Pier Silvio Berlusconi. Ha criticato la scarsa presenza sua sui canali Mediaset, definendo il padre, Silvio Berlusconi, un “fuoriclasse” e il figlio un “fuoricorso”.
Riguardo al rapporto con Giorgia Meloni, Renzi ha dichiarato di conoscerla da vent’anni e di augurarle il meglio a livello personale, pur non riscontrando progressi per il Paese. Ha espresso invece apprezzamento per Silvia Salis, neo sindaca di Genova, consigliando di tenerla lontana dalle dinamiche politiche romane per permetterle di concentrarsi sulla sua amministrazione.
Infine, Renzi si è espresso sulla leadership del centrosinistra, proponendo due alternative: la designazione del candidato da parte della coalizione più forte o delle primarie di coalizione. Ha concluso affermando che l’unità del centrosinistra sarà fondamentale per la vittoria alle prossime elezioni politiche.