Numerose manifestazioni si sono svolte a Tel Aviv per chiedere la fine immediata delle operazioni militari a Gaza e il rilascio degli ostaggi catturati da Hamas e altri gruppi armati nella Striscia. Le proteste, organizzate dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani, sono seguite alla decisione del governo di Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City, decisione che ha acuito le tensioni interne e internazionali.
I manifestanti, sfilando con cartelli e fotografie dei propri cari, hanno bloccato per diverse ore l’autostrada Ayalon, una delle principali arterie di Tel Aviv, causando gravi disagi al traffico. La polizia è intervenuta per liberare la strada, procedendo all’arresto di tre persone. Lo slogan principale della protesta è stato: “Niente è più importante della vita degli ostaggi. Fermate la guerra, riportateli a casa”. Questa richiesta riflette la crescente frustrazione di una parte dell’opinione pubblica israeliana, che accusa il governo di dare priorità agli obiettivi militari e politici a discapito della liberazione dei prigionieri.
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha annunciato un attacco aereo contro un obiettivo di Hezbollah nel Sud del Libano, uccidendo un membro del gruppo sciita accusato di raccogliere informazioni sulle forze israeliane, in violazione del cessate il fuoco. Anche all’interno del governo, Netanyahu sta subendo forti pressioni. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, esponente di destra, si è dichiarato contrario all’occupazione di Gaza City, affermando di aver “perso fiducia” nella capacità del Primo Ministro di guidare l’esercito alla vittoria. Nonostante le sue critiche, Smotrich non ha intenzione di dimettersi, appellandosi a Netanyahu per un cambio di strategia, suggerendo una vittoria decisiva che porti alla resa di Hamas e al ritorno di tutti gli ostaggi.
Le proteste a Tel Aviv rappresentano un chiaro segnale di dissenso nei confronti della gestione del conflitto da parte del governo israeliano, con la popolazione che chiede con forza la priorità assoluta alla liberazione degli ostaggi e alla fine delle ostilità a Gaza. La situazione rimane tesa, con diverse fazioni che esprimono opinioni contrastanti sulla strategia da adottare.
La situazione è complessa e dinamica, con diverse prospettive in gioco. L’opinione pubblica internazionale segue con attenzione gli sviluppi, auspicando una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza di tutti i civili coinvolti.