Un professore di Grosseto è stato ingiustamente sospeso dalla scuola dopo essere stato accusato di aver usato termini offensivi in classe, come “ebreo”, “handicappato” e “rompiballe”. La segnalazione, partita da uno studente, ha portato a una sanzione disciplinare.
Il tribunale, però, ha assolto il professore, ricostruendo una realtà ben diversa. La classe era indisciplinata e con molte lacune, e l’insegnante, pur mantenendo un approccio rigoroso, non aveva mai avuto intenzioni offensive. Le parole contestate, secondo il giudice, erano state usate in contesti educativi, per spiegare l’uguaglianza tra gli individui, andando persino a difendere uno studente vittima di bullismo.
La testimonianza di altri colleghi ha confermato la correttezza del professore. Il tribunale ha evidenziato come l’amministrazione scolastica non abbia verificato a fondo la situazione, giungendo a conclusioni affrettate e ingiuste. La sentenza ha annullato la sospensione e condannato la scuola a pagare le spese legali del professore, pari a circa 5000 euro.
Il caso evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e di indagini più approfondite prima di prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, evitando di amplificare accuse non verificate.