Il Patto Trasversale per la Scienza (PTS) ha richiesto la revoca delle nomine di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle nel NITAG (Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni). Una petizione su Change.org, indirizzata al Ministro Schillaci, ha raccolto oltre 6.000 firme in pochi giorni.
Il PTS critica la nomina dei due medici, sostenendo che le loro posizioni pubbliche, spesso definite ideologiche e contrarie alle vaccinazioni, soprattutto quelle pediatriche e anti-Covid, rappresentino una legittimazione di teorie antiscientifiche. Si teme che ciò possa minare la fiducia pubblica nelle istituzioni sanitarie e alimentare l’esitazione vaccinale.
Secondo il PTS, Bellavite e Serravalle non avrebbero una solida esperienza scientifica nel campo vaccinale né un riconoscimento accademico in materia di immunizzazione. Inoltre, vengono accusati di aver pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Il PTS teme che queste nomine compromettano la credibilità del NITAG e il lavoro dei suoi membri qualificati, indebolendo la cultura della prevenzione.
La petizione del PTS si pone come difesa della scienza e della salute pubblica, chiedendo decisioni basate su fatti e non su ideologie. Eugenio Serravalle ha risposto alle critiche, respingendo l’accusa di essere un ‘no-vax’ come diffamatoria.
Il Patto Trasversale per la Scienza, nato nel 2019, si impegna a difendere la scienza e a contrastare la pseudoscienza e la pseudomedicina, minacce alla salute pubblica. Tra i firmatari iniziali vi erano figure di spicco come Beppe Grillo e Matteo Renzi, impegnati nella lotta contro il negazionismo e l’anti-vaccinismo.
La controversia solleva interrogativi sulla trasparenza e sui criteri di selezione per le nomine all’interno del NITAG, evidenziando il dibattito pubblico sulla comunicazione scientifica e l’importanza della corretta informazione sanitaria. Le reazioni alla petizione e le successive discussioni contribuiranno a delineare il futuro approccio alle nomine all’interno del comitato e alla gestione delle controversie scientifiche.
La situazione sottolinea l’importanza di un dialogo aperto e basato sull’evidenza scientifica nella definizione delle politiche sanitarie, garantendo al contempo la trasparenza e la responsabilità nelle decisioni che riguardano la salute pubblica. Il caso evidenzia anche la complessità di bilanciare la libertà di espressione con la necessità di tutelare la salute pubblica dalla disinformazione.