Marah Abu Zuhri, una ventenne palestinese proveniente dalla Striscia di Gaza, è deceduta il 15 agosto 2025 a Pisa, in Italia, poco dopo essere arrivata nel Paese nell’ambito di un’operazione umanitaria. La sua morte ha generato un acceso dibattito sulla causa del decesso, con narrazioni contrastanti diffuse da diverse fonti.

Un referto medico preliminare dell’ospedale di Khan Younis, Gaza, ipotizzava una leucemia acuta promielocitica, richiedendo ulteriori analisi. Questa ipotesi, diffusa da fonti israeliane, è stata utilizzata per contrastare le narrazioni che attribuivano il decesso a malnutrizione o alle precarie condizioni sanitarie di Gaza. Tuttavia, il referto stesso sottolineava la necessità di analisi più approfondite, suggerendo che si trattasse di un’ipotesi diagnostica e non di una diagnosi confermata.

All’arrivo a Pisa, Marah è stata sottoposta a esami medici. I test eseguiti presso l’ospedale Santa Chiara hanno escluso la leucemia. I medici italiani hanno invece descritto la paziente come estremamente debilitata, con parametri alterati e livelli proteici molto bassi, indicando un quadro di grave deperimento. La causa immediata del decesso è stata una crisi respiratoria acuta con conseguente arresto cardiaco.
La famiglia di Marah ha rifiutato l’autopsia, per motivi religiosi e di sofferenza personale. Questa decisione impedisce di stabilire con certezza la causa principale del decesso, lasciando aperta la possibilità che la malnutrizione, una patologia non diagnosticata o una combinazione di fattori abbiano contribuito alla morte della giovane.
La direttrice dell’Ematologia dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, professoressa Sara Galimberti, ha confermato l’esclusione della diagnosi di leucemia, evidenziando le condizioni di estrema debilitazione della paziente e l’avvio di un supporto nutrizionale intensivo. Ha sottolineato l’impossibilità, senza autopsia, di determinare se il deperimento fosse dovuto a malnutrizione o ad altra patologia.
La discrepanza tra il referto preliminare di Gaza e le risultanze degli esami effettuati in Italia ha portato a diverse interpretazioni. Mentre alcune fonti hanno inizialmente attribuito la morte alla malnutrizione, i medici italiani hanno sottolineato la complessità del quadro clinico e l’impossibilità di stabilire una causa definitiva senza autopsia. La mancanza di autopsia lascia quindi un margine di incertezza sulle cause del decesso, impedendo una conclusione definitiva.
Il caso di Marah Abu Zuhri evidenzia le difficoltà diagnostiche in situazioni di grave deperimento e la complessità di interpretare referti medici provenienti da contesti sanitari diversi. L’assenza di autopsia limita la possibilità di una ricostruzione completa e oggettiva degli eventi.