Il Professor Matteo Bassetti, infettivologo di fama nazionale, ha ricevuto gravi minacce di morte. L’episodio, confermato dallo stesso Bassetti all’agenzia Adnkronos Salute, ha suscitato profonda preoccupazione. L’infettivologo ha dichiarato di aver già segnalato l’accaduto alla Digos, la divisione investigativa della polizia italiana specializzata nel contrasto del terrorismo e del crimine sovversivo.
Bassetti, noto per le sue posizioni chiare e spesso controverse durante la pandemia di COVID-19, ha commentato l’accaduto con parole di rammarico ma anche con una certa rassegnazione, definendo la situazione “oltre la follia”. Tuttavia, ha sottolineato di non essere sorpreso, evidenziando una crescente tendenza a far confluire il dibattito scientifico nel terreno politico, con conseguenze dannose per la ricerca e per il confronto sereno e costruttivo.
Le minacce di morte ricevute dal Professor Bassetti rappresentano un fatto gravissimo che sottolinea la pericolosità della polarizzazione del dibattito pubblico, soprattutto su temi complessi come quelli scientifici. Quando la discussione si fa aspra e le opinioni divergenti vengono demonizzate, il rischio di degenerazione in episodi di violenza verbale o fisica diventa concreto. La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma questa non deve mai trasformarsi in intolleranza o aggressione nei confronti di chi esprime opinioni diverse.
L’episodio solleva importanti interrogativi sulla necessità di tutelare gli scienziati e i professionisti della salute da aggressioni e intimidazioni. La loro opera è essenziale per la collettività e il loro lavoro richiede serenità e la possibilità di esprimere liberamente il proprio parere scientifico, senza il timore di ritorsioni. Le istituzioni hanno il dovere di garantire la sicurezza dei propri cittadini, inclusi gli scienziati, e di contrastare efficacemente fenomeni di violenza e minacce.
L’invasione della politica nel campo scientifico è un problema che richiede un’attenta riflessione. È fondamentale mantenere la distinzione tra il dibattito politico e la discussione scientifica, basata su dati, evidenze e metodologie rigorose. Il confronto scientifico deve essere libero e aperto, ma sempre improntato al rispetto e alla correttezza, senza che la politica interferisca indebitamente con il processo scientifico.
L’auspicio è che le indagini della Digos facciano rapidamente luce sull’accaduto e che i responsabili delle minacce vengano individuati e perseguiti secondo la legge. L’episodio di Bassetti dovrebbe rappresentare un monito per tutti: la libertà di espressione non può giustificare la violenza e le minacce, e il confronto civile e rispettoso deve rimanere il pilastro del dibattito pubblico.