Lancio di sex toys alle partite WNBA: marketing virale e criptovalute

Una recente e insolita campagna di marketing virale ha coinvolto il lancio di sex toys verdi durante le partite della Women’s National Basketball Association (WNBA). Dietro questa operazione, apparentemente bizzarra e sessista, si cela una strategia ben orchestrata per incrementare il valore di una criptovaluta meme, la Green Dildo Coin.

L’iniziativa, scoperta dal brand manager di un sito di scommesse online, Dave Mason, ha coinvolto una community di oltre mille utenti su Telegram e X (ex Twitter). Questi utenti hanno pianificato i lanci coordinati di sex toys identici durante diverse partite WNBA, a partire dal 29 luglio, generando un notevole clamore mediatico.

La strategia si è rivelata efficace: la Green Dildo Coin, creata il giorno prima dei primi lanci, ha registrato un aumento di valore del 300% in una settimana. Allo stesso tempo, le ricerche online per “dildo verde” sono aumentate del 3700%, secondo Google Trends. Alcuni membri della community hanno documentato gli eventi in tempo reale su X, commentando e festeggiando l’impatto dei lanci sul prezzo della criptovaluta.

Anche Donald Trump Jr. ha contribuito alla viralità dell’evento, condividendo un meme che raffigura suo padre che lancia un dildo verde dalla Casa Bianca verso un campo da basket. Il post, accompagnato da una descrizione ironica, ha ottenuto oltre 100.000 like in poche ore.

La polizia ha arrestato due individui, un 23enne in Georgia e un 18enne in Arizona, accusati di disturbo della quiete pubblica, atti osceni e violazione di domicilio. Nonostante gli arresti, la community ha annunciato di voler estendere la sua strategia di marketing ad altri eventi sportivi, come la Major League Baseball (MLB).

La vicenda evidenzia l’utilizzo sempre più creativo e controverso delle criptovalute e dei social media per scopi di marketing, mettendo in luce i confini etici e legali di tali strategie. Il caso solleva inoltre interrogativi sul ruolo delle piattaforme social nella diffusione di contenuti potenzialmente offensivi e sull’impatto di tali campagne sul pubblico.