L’amministrazione Trump ha implementato un sistema di valutazione per le aziende americane, classificandole in base al loro sostegno alle politiche governative. Questo sistema, descritto da alcuni come una “lista della lealtà”, influenza le decisioni riguardanti i futuri investimenti della Casa Bianca.
Secondo quanto riportato da Axios, oltre 553 aziende e associazioni di categoria sono state valutate in base alla loro adesione alla riforma fiscale trumpiana, definita “Big Beautiful Bill”. La valutazione, espressa come “buono”, “moderato” o “scarso”, tiene conto di diversi fattori, tra cui campagne pubblicitarie, post sui social media, comunicati stampa e partecipazione agli eventi organizzati dalla Casa Bianca.
Le aziende che hanno sostenuto attivamente la riforma e si sono allineate con le politiche dell’amministrazione, in particolare quelle che contrastano le iniziative di inclusione sociale, sono considerate “fedeli” e beneficiano di un trattamento preferenziale nelle decisioni relative a sussidi e altri accordi governativi. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che questo sistema aiuta a distinguere chi si impegna concretamente dal chi fa solo promesse.
Tra le aziende classificate positivamente figurano compagnie di grandi dimensioni come United Airlines, Delta Air Lines, Uber, DoorDash, AT&T e Cisco. Anche alcune associazioni di categoria, come la Steel Manufacturers Association, hanno ottenuto una valutazione favorevole, grazie al loro sostegno alle politiche protezionistiche dell’amministrazione.
Anche le Big Tech, inizialmente in contrasto con l’amministrazione Trump, sembrano essersi allineate. Apple, ad esempio, ha ricevuto una valutazione positiva dopo aver annunciato investimenti significativi per riportare la produzione negli Stati Uniti. Amazon, Google e Meta, invece, hanno silenziosamente interrotto i programmi di Diversity, Inclusion, and Equality (DIE) criticati dall’amministrazione.
Al contrario, le aziende che hanno manifestato opposizione alle politiche di Trump o che hanno avuto screzi personali con il presidente potrebbero trovarsi nella parte negativa della classifica. Si vocifera che alcune banche, come Bank of America e JP Morgan, rientrino in questa categoria.
Il sistema di valutazione solleva questioni riguardo alla trasparenza e all’imparzialità nell’allocazione delle risorse pubbliche. Critici sostengono che penalizza le aziende che non si allineano alle politiche dell’amministrazione, creando un clima di sfiducia e limitando la concorrenza.
In conclusione, la “lista della lealtà” rappresenta un caso emblematico delle dinamiche politiche ed economiche durante l’amministrazione Trump, evidenziando il ruolo della fedeltà politica nella concessione di agevolazioni e sussidi governativi.