L’inchiesta sulla presunta tortura e maltrattamento di giovani detenuti presso il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano ha portato all’indagine di 42 persone. Tra gli indagati figurano 13 agenti della polizia penitenziaria, arrestati lo scorso anno, e 8 sospesi. Inoltre, l’indagine coinvolge tre ex direttori dell’istituto: Cosima Buccoliero, Maria Vittoria Menenti e Fabrizio Rinaldi (quest’ultimo non incluso nella recente richiesta di incidente probatorio). Le accuse variano dalla tortura ai maltrattamenti aggravati, dalle lesioni personali al falso ideologico, con un indagato anche per violenza sessuale.
Secondo l’accusa, gli episodi di violenza fisica e psicologica si sarebbero verificati tra il 2022 e il 2024. Gli agenti sono accusati di aver ripetutamente aggredito i giovani detenuti con schiaffi, calci e pugni, accompagnati da insulti e minacce. La procura cita esempi specifici di violenza, tra cui il pestaggio di un detenuto nel dicembre 2022, con minacce di morte e tentativi di strappo di un piercing. Un altro caso riguarda un detenuto che, dopo un tentativo di suicidio, è stato colpito e portato in isolamento con ulteriori minacce.
L’indagine coinvolge anche tre operatori sanitari: il coordinatore sanitario, il medico e il coordinatore infermieristico. L’accusa li accusa di aver falsificato o concordato referti medici con gli agenti per coprire le lesioni riportate dai detenuti, assistendo a numerose aggressioni senza intervenire o segnalare gli eventi. Le parti offese sono 33 ex detenuti, alcuni minorenni, le cui testimonianze saranno raccolte tramite incidente probatorio.
La procura di Milano, attraverso la pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, insieme all’aggiunta Letizia Mannella, ha richiesto l’incidente probatorio per cristallizzare le testimonianze dei 33 ex detenuti in vista di un eventuale processo. L’inchiesta evidenzia gravi violazioni dei diritti umani e la necessità di accertare le responsabilità di tutti gli individui coinvolti nelle presunte violenze e nella successiva occultazione delle prove.
L’indagine è ancora in corso e si attende l’evolversi delle indagini e del processo per accertare la verità dei fatti e assicurare giustizia alle vittime.