La Procura di Paola sta conducendo un’indagine su due decessi avvenuti in seguito a un’intossicazione da botulismo. Due medici sono stati iscritti nel registro degli indagati, un atto dovuto per consentire l’esecuzione delle autopsie sulle vittime, Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto. L’autopsia su Di Sarno si terrà presso l’ospedale San Giovanni di Lagonegro, mentre per D’Acunto è prevista la riesumazione della salma.
L’inchiesta si concentra su due aspetti principali. Il primo riguarda la gestione e la somministrazione del cibo da parte del food truck di Diamante, ritenuto la probabile fonte dell’intossicazione. Esami preliminari dell’Asp di Cosenza hanno confermato la presenza di botulino negli alimenti, ma sono in corso ulteriori analisi presso l’Istituto Superiore di Sanità per chiarire le modalità di conservazione e manipolazione. Il proprietario del food truck, interrogato, ha dichiarato di tenere i barattoli di broccoli aperti per attirarne i clienti, riponendoli poi in frigorifero la sera. Questa pratica è al centro dell’indagine.
Il secondo filone investigativo riguarda l’operato dei medici che hanno avuto in cura le due vittime. Di Sarno, dopo aver accusato un malore, si era rivolto a una clinica privata, ricevendo il consiglio di recarsi in una struttura meglio attrezzata. Durante il viaggio di ritorno in Campania, le sue condizioni sono peggiorate, e nonostante l’intervento di un’eliambulanza, è morto prima di raggiungere l’ospedale. D’Acunto, che aveva consumato lo stesso tipo di panino, ha avuto una storia simile, decedendo il 6 agosto dopo essersi recata in una clinica dove non avrebbe ricevuto interventi salvavita.
Attualmente, tre persone sono indagate, a vario titolo, per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Oltre alle due vittime, altre 16 persone hanno manifestato sintomi di intossicazione, 12 delle quali sono ricoverate in ospedale a Cosenza, sei delle quali hanno già ricevuto il siero antibotulinico. Il food truck è stato sequestrato. Sebbene il collegamento tra il cibo venduto e l’intossicazione sia ritenuto certo, le indagini puntano a definire con precisione le responsabilità penali e le eventuali omissioni in ambito sanitario.