Nel marzo 1988, a Policoro (Matera), venivano ritrovati senza vita Luca Orioli e Marirosa Andreotta, due giovani fidanzati. La causa ufficiale della morte, dedotta dalle indagini iniziali, fu una fuga di monossido di carbonio, un tragico incidente domestico. Tuttavia, questa versione dei fatti non ha mai convinto Olimpia Fuina Orioli, madre di Luca, che da 37 anni lotta per ottenere la riapertura del caso.
La ricostruzione dell’accaduto indicava che Marirosa sarebbe morta per prima, mentre faceva la doccia, e Luca, nel tentativo di salvarla, sarebbe rimasto vittima delle esalazioni di monossido. Questa tesi, pur portando alla chiusura delle indagini, ha sollevato da subito dubbi e perplessità. Già nel 1989, il giudice istruttore richiese ulteriori accertamenti, mostrando scetticismo sulla natura accidentale della tragedia. Anche l’allora pm Luigi De Magistris ipotizzò un possibile duplice omicidio.
Olimpia Orioli, oggi 84enne, si oppone alla versione ufficiale, evidenziando alcune incongruenze. Secondo la sua testimonianza, Luca presentava un gonfiore a un testicolo e Marirosa una ferita alla testa, lesioni incompatibili, a suo dire, con un avvelenamento da monossido di carbonio. Inoltre, la porta del bagno era aperta e la stanza aerata, rendendo ancora più dubbia l’ipotesi della fuga di gas.
Il caso è ulteriormente avvolto nel mistero da una lettera scritta da Marirosa a Luca poco prima della morte, nella quale accennava a un segreto che temeva potesse compromettere la loro relazione. Inoltre, sono emerse testimonianze su festini organizzati in un villaggio turistico della zona, con la partecipazione di personaggi influenti, alimentando sospetti di un possibile intreccio tra la morte dei due giovani e ambienti criminali.
La signora Orioli, assistita dal suo legale Antonio Fiumefreddo, ha presentato un’istanza alla Procura generale di Potenza per chiedere la riapertura delle indagini e la riesumazione dei corpi per effettuare nuove analisi medico-legali con le tecnologie moderne. Richiede inoltre l’audizione di alcuni testimoni, tra cui sacerdoti e ex magistrati, che potrebbero fornire informazioni rilevanti.
La battaglia di Olimpia Orioli rappresenta una lotta solitaria per la verità e la giustizia. Dopo la morte del marito, lei e la figlia minore furono costrette a lasciare Policoro, subendo attacchi e isolamento sociale. Nonostante le difficoltà, la madre di Luca non si arrende e continua a chiedere giustizia per suo figlio e per Marirosa, sperando che la verità venga finalmente a galla dopo 37 anni.