L’attivista climatica Greta Thunberg ha annunciato la sua partecipazione alla Global Sumud Flotilla, una missione navale diretta a Gaza per protestare contro l’assedio israeliano. In un video pubblicato sui suoi canali social, Thunberg ha dichiarato che la partenza è prevista per il 31 agosto 2025 dalla Spagna. La flotilla, composta da diverse imbarcazioni, intende sfidare il blocco marittimo imposto a Gaza da oltre un decennio.
L’iniziativa, definita da Thunberg come la “più grande missione per rompere l’assedio illegale”, mira a richiamare l’attenzione internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza, caratterizzata da restrizioni all’accesso di beni essenziali, limitazioni alla libertà di movimento e carenza di risorse. La partecipazione di Thunberg, figura di spicco nel movimento ambientalista globale, è destinata a dare ulteriore visibilità alla causa palestinese.
La Global Sumud Flotilla non è la prima iniziativa di questo tipo. Negli anni passati, diverse flotte di solidarietà hanno tentato di raggiungere Gaza, spesso incontrando ostacoli e resistenze da parte delle autorità israeliane. L’esito della missione di quest’anno rimane incerto, ma la presenza di Thunberg potrebbe influenzare la copertura mediatica internazionale e l’attenzione politica sulla crisi umanitaria a Gaza.
L’annuncio di Thunberg ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni applaudono il suo impegno per la giustizia sociale e la solidarietà con il popolo palestinese, altri criticano la sua scelta di concentrarsi su questo tema, ritenendo che dovrebbe dedicarsi maggiormente alle questioni ambientali. Indipendentemente dalle opinioni divergenti, la partecipazione di Thunberg rappresenta un evento significativo nel panorama delle proteste contro l’assedio di Gaza.
La flotilla intende portare aiuti umanitari e promuovere la consapevolezza sulla situazione dei palestinesi a Gaza. La presenza di osservatori internazionali a bordo dovrebbe documentare gli eventi e garantire trasparenza. L’arrivo della flotilla a Gaza, se riuscirà a raggiungere la destinazione, sarà un momento chiave per valutare l’impatto della missione sulla scena politica internazionale e sulle dinamiche del conflitto israelo-palestinese.