Una tragedia ha sconvolto La Spezia: Tiziana Vinci, 54 anni e madre di sei figli, è stata uccisa dall’ex marito, Umberto Efeso, 57 anni. L’uomo, nonostante fosse sottoposto a misura cautelare con braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento, è riuscito a raggiungere la vittima e a colpirla mortalmente con un coltello a serramanico.
L’omicidio è avvenuto nella villa di un imprenditore dove Tiziana lavorava come collaboratrice domestica. Efeso, dopo averla aggredita, si è costituito ai carabinieri, dichiarando al telefono di aver ucciso la sua ex moglie. Una collega della vittima, udito le urla, ha assistito alla scena e ha dato l’allarme, ma per Tiziana non c’è stato purtroppo nulla da fare.
Il braccialetto elettronico, strumento fondamentale per la protezione della donna, risultava difettoso da dieci giorni. I carabinieri, avendo riscontrato anomalie nel dispositivo, avevano segnalato il problema alla società di manutenzione, ma senza ottenere una riparazione o una sostituzione tempestiva. Anche il dispositivo GPS fornito alle vittime per segnalare l’avvicinamento del persecutore non è stato ritrovato; sono in corso indagini per chiarire se fosse in possesso di Tiziana Vinci o se sia stato sottratto dall’omicida.
I sei figli della donna, sconvolti dalla tragedia, si interrogano sulle falle del sistema di protezione che avrebbe dovuto garantire la sicurezza della madre. La separazione era stata difficile e segnata da litigi e maltrattamenti, che avevano portato Tiziana a denunciare l’ex marito e a richiedere l’intervento dei servizi sociali. La famiglia aveva riposto fiducia nelle misure cautelari, ma queste si sono rivelate insufficienti a prevenire il tragico epilogo.
La vicenda solleva interrogativi sulla effettiva efficacia dei dispositivi di protezione e sulla tempestività degli interventi in caso di malfunzionamenti. L’accaduto ha lasciato una profonda ferita nella comunità, riaprendo il dibattito sulla violenza domestica e sulla necessità di rafforzare i sistemi di protezione delle vittime.
Le indagini sono ancora in corso per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’omicidio e per accertare eventuali responsabilità nella mancata riparazione del braccialetto elettronico. La morte di Tiziana Vinci rappresenta un ulteriore caso di femminicidio che evidenzia la drammatica realtà della violenza sulle donne e l’urgenza di adottare misure sempre più efficaci per tutelare le vittime.