La diciannovenne palestinese Marah Abu Zuri, morta a Pisa il 16 agosto, non è deceduta per leucemia. Lo conferma la biopsia che ha escluso la presenza di tumore del sangue, smentendo le dichiarazioni di fonti israeliane.
Marah era arrivata in Italia in condizioni gravissime, denutrita a causa di mesi di vita in tenda sulla spiaggia di Gaza, dopo la distruzione di casa e scuola a causa dei bombardamenti. Aveva perso circa 20 kg, arrivando a pesare solo 35 kg. La sua alimentazione si era ridotta a tè e qualche biscotto negli ultimi cinque mesi.
Il referto medico attribuisce il decesso a cachessia (deperimento fisico estremo), insufficienza respiratoria acuta e arresto cardiaco, tutte conseguenze della malnutrizione e delle difficili condizioni di vita. La terapia per la leucemia, inizialmente ipotizzata, era stata sospesa dopo i primi test italiani.
La morte di Marah ha suscitato profonda commozione e proteste, con molti che chiedono la fine delle violenze a Gaza e il rispetto dei diritti civili. La madre ha espresso il dolore per la perdita della figlia, simbolo delle sofferenze palestinesi, mentre il sindaco di San Giuliano Terme ha definito la morte un’ulteriore conseguenza di un genocidio.