Il Senato ha approvato in seconda lettura il Decreto Sport, recependo integralmente le osservazioni sollevate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Questa decisione evita un potenziale conflitto istituzionale tra il Governo e il Quirinale, consentendo un iter parlamentare più lineare.
Le perplessità di Mattarella riguardavano principalmente gli articoli 11 e 9 quater del decreto. L’articolo 11 conteneva due punti controversi: il primo riguardava la modalità di assunzione di personale per la Commissione incaricata di verificare i conti delle società sportive, ritenuta potenzialmente in contrasto con il principio costituzionale del concorso pubblico. Il secondo punto stabiliva la competenza del giudice ordinario sulle controversie relative ai contributi, una norma considerata priva dei requisiti di urgenza necessari per un decreto-legge.
L’articolo 9 quater, invece, prevedeva che per gli eventi sportivi con contributi statali superiori a 5 milioni di euro, la società Sport e Salute S.p.A. fosse incaricata della gestione e organizzazione. Questa disposizione, oltre ad aver suscitato perplessità al Quirinale, aveva anche incontrato l’opposizione di alcuni esponenti del mondo sportivo.
Per risolvere le criticità, sono stati presentati e approvati emendamenti soppressivi che hanno eliminato i punti contestati. In particolare, un emendamento del relatore Andrea Paganella (Lega) ha cancellato i commi critici dell’articolo 11, mentre un emendamento di Giorgio Salvitti (Fratelli d’Italia) ha rimosso l’articolo 9 quater.
Il decreto, ora tornato alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva, ha evitato un possibile rinvio alle Camere da parte del Presidente Mattarella, scenario che avrebbe potuto comportare un ritorno anticipato dei parlamentari dalle ferie estive per evitare la decadenza del provvedimento. L’approvazione definitiva è prevista per il 6 agosto.
Con l’accoglimento delle osservazioni del Quirinale, il Governo ha scelto la strada del dialogo e della collaborazione istituzionale, garantendo il rispetto dei principi costituzionali e scongiurando una crisi politica in un momento delicato dell’attività parlamentare. L’iter legislativo prosegue ora secondo il calendario previsto, permettendo ai parlamentari di godere delle loro vacanze estive.