Nel 2017, 253 candidati parteciparono al concorso per dirigenti scolastici, senza successo. Anni dopo, con un ricorso pendente, ebbero la possibilità di partecipare ad un concorso straordinario nel 2023, indetto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Tuttavia, le modifiche apportate al bando rispetto al concorso del 2017, hanno portato i candidati a presentare un ricorso al Tar del Lazio.
Il principale punto di contesa riguardava le differenze tra le prove d’esame. Il concorso del 2023 presentava una prova scritta a crocette con sezioni dedicate all’inglese e alle tecnologie digitali, aree non trattate nello stesso modo nel concorso del 2017. In particolare, mancava un programma di studio ufficiale per la sezione di inglese e le indicazioni per la parte di informatica erano considerate insufficienti dai ricorrenti. Inoltre, a differenza del 2017, non era stata fornita una bibliografia di riferimento.
I ricorrenti sostenevano che, trattandosi di un concorso riservato ai partecipanti del 2017, le condizioni avrebbero dovuto essere identiche. Qualsiasi variazione, secondo loro, li avrebbe penalizzati. Il Ministero, invece, riteneva di avere la facoltà di modificare le modalità d’esame, mantenendo invariati solo i requisiti di partecipazione.
Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso. I giudici hanno argomentato che i ricorrenti non hanno dimostrato di aver subito un danno effettivo, non avendo contestato la graduatoria finale del concorso pubblicata nell’agosto 2024. Inoltre, il Tar ha stabilito che il Ministero non era obbligato a replicare esattamente il concorso del 2017, potendo variare il programma e le modalità d’esame, purché i requisiti di partecipazione rimanessero invariati.
La sentenza del Tar sottolinea che il Ministero ha agito legittimamente nell’esercitare la propria discrezionalità nell’organizzazione del concorso. Nonostante il rigetto del ricorso, considerata la novità della questione giuridica, il Tar ha disposto la compensazione delle spese di giudizio. Per i 253 candidati, dunque, l’accesso alla dirigenza scolastica rimane un obiettivo ancora lontano.
La sentenza del Tar offre un precedente importante in merito alla possibilità di modificare le modalità di concorsi pubblici riservati, aprendo un dibattito sulle garanzie da assicurare ai partecipanti in situazioni analoghe.