Federico Starnone, 46enne latitante legato alla ‘ndrangheta, è stato arrestato a Cali, in Colombia. L’operazione, frutto di una collaborazione tra la polizia colombiana, la Direzione di intelligence e le forze speciali locali, si inserisce in un più ampio contesto di lotta al narcotraffico internazionale.
Starnone era ricercato in Italia in seguito a un ordine di arresto emesso a giugno dal Gip di Reggio Calabria. L’uomo, abile nel cambiare frequentemente residenza, si nascondeva in lussuose abitazioni nel tentativo di eludere la cattura. Tuttavia, l’utilizzo di droni da parte delle forze dell’ordine ha permesso di localizzare il latitante venerdì scorso in un appartamento di lusso nel quartiere residenziale di Cali.
L’arresto di Starnone è parte di una più vasta operazione coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Borrelli, che ha portato all’esecuzione di oltre venti misure cautelari nei confronti di soggetti coinvolti in associazioni criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti. Due di queste organizzazioni presentano articolazioni transnazionali, sottolineando la portata internazionale dell’indagine.
Secondo le accuse, Starnone svolgeva un ruolo chiave come intermediario tra i cartelli colombiani ed ecuadoriani e la ‘ndrangheta calabrese, gestendo l’importazione di ingenti quantità di cocaina destinate al gruppo di Platì. A suo carico pesano gravi accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravate da due tentativi di importazione di cocaina. Starnone ha già precedenti penali, con una condanna a cinque anni e mezzo per reati legati alla droga.
Le autorità italiane hanno avviato le procedure per l’estradizione di Starnone. Le indagini proseguono per smantellare completamente la rete criminale transnazionale collegata alla ‘ndrangheta, dimostrando l’efficacia della cooperazione internazionale nella lotta al narcotraffico. L’uso dei droni si conferma uno strumento tecnologico efficace nella cattura di latitanti pericolosi, dimostrando come l’innovazione tecnologica sia sempre più importante nella lotta alla criminalità organizzata.
L’operazione sottolinea l’importanza della collaborazione internazionale nella lotta contro il crimine organizzato transnazionale e l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare il traffico di droga. La tecnologia, in questo caso l’utilizzo dei droni, ha dimostrato di essere uno strumento fondamentale per la cattura di latitanti, aprendo nuove prospettive per le future operazioni anti-crimine.