La cognata di Alessandro Impagnatiello è stata condannata a risarcire la famiglia Tramontano per aver acquistato l’auto usata dal killer per trasportare il corpo di Giulia Tramontano e del figlio. Il tribunale di Milano ha stabilito che la vendita non è stata una normale transazione commerciale, ma un atto per ridurre il patrimonio di Impagnatiello in vista dei risarcimenti dovuti alla famiglia della vittima.
L’auto, una Volkswagen T-Roc, è stata venduta per 10.000 euro, circa la metà del suo valore reale (20.000 euro). Impagnatiello, già condannato all’ergastolo, risulta nullatenente, rendendo impossibile il risarcimento diretto da parte sua. La sentenza obbliga la cognata a pagare ai familiari di Giulia Tramontano il valore reale dell’auto, più 5.000 euro di spese legali, per un totale di circa 25.000 euro.
La decisione del tribunale arriva dopo una denuncia di furto dell’auto presentata dai precedenti proprietari, denuncia che l’assicurazione ha ritenuto poco credibile. Il giudice ha ritenuto l’operazione una manovra per sottrarre beni alle ragioni creditorie della famiglia Tramontano. Questo aspetto civile del caso è separato dal processo penale già concluso.
Il risarcimento per la famiglia Tramontano, dunque, arriva attraverso la condanna della cognata di Impagnatiello. Rimane aperto il dibattito sul ruolo della famiglia del condannato nella vicenda, e sulle strategie utilizzate per evitare i risarcimenti previsti dopo la condanna per omicidio.