Due neonati prematuri sono deceduti presso l’ospedale di Bolzano a causa di un’infezione da Serratia. L’evento ha portato all’immediata sospensione, su disposizione dell’Autorità giudiziaria tramite i NAS, di un detergente per piatti utilizzato nell’ospedale, in via precauzionale e in attesa di ulteriori accertamenti sulla possibile contaminazione.
Dieci neonati prematuri rimangono ricoverati in terapia intensiva neonatale, con condizioni stabili secondo le dichiarazioni mediche. Il reparto di Ostetricia e gli altri reparti dell’ospedale continuano a funzionare regolarmente. Le indagini sono in corso per determinare l’origine dell’infezione e accertare eventuali responsabilità.
Per alleviare la pressione sul reparto di Bolzano, l’Azienda sanitaria altoatesina ha richiesto la collaborazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento, proponendo il trasferimento di future mamme a rischio di parto prematuro. Tuttavia, la terapia intensiva neonatale di Trento, con una capacità di 16 letti (espandibili a 20 con ulteriore personale), è attualmente al completo, principalmente a causa di gravidanze a rischio già programmate.
La difficoltà di trovare posti letto a Trento ha comportato il rigetto di una richiesta di trasferimento da parte di una donna meranese alla 27esima settimana di gravidanza. Solo una mamma altoatesina è stata accolta finora. La Serratia è un batterio che può diffondersi attraverso superfici contaminate, rappresentando un rischio significativo per i neonati prematuri. Le indagini includono il tracciamento delle infezioni e l’analisi dei materiali utilizzati nel reparto.
L’Azienda sanitaria ribadisce la natura precauzionale delle misure adottate, in attesa dei risultati delle analisi. Le famiglie dei neonati deceduti attendono risposte, mentre la procura prosegue nelle indagini per chiarire le cause dei decessi e stabilire eventuali responsabilità. La situazione rimane delicata e l’attenzione è massima per garantire la sicurezza dei neonati ricoverati.
La tragedia ha scosso profondamente la comunità e sollevato interrogativi sulla sicurezza degli ambienti ospedalieri e sull’importanza di protocolli rigorosi di igiene e sterilizzazione. Le indagini in corso sono cruciali per evitare simili tragedie in futuro e per garantire la massima sicurezza per le mamme e i loro bambini.