Una bambina di sei anni, affetta da disturbi cognitivi, è stata bocciata dalla prima elementare a Napoli. I genitori, ritenendo la decisione ingiusta e disumana, hanno fatto ricorso al TAR Campania.
Il TAR ha sospeso la bocciatura, evidenziando la contraddittorietà della decisione scolastica: la scuola riconosceva le difficoltà della bambina ma non aveva previsto percorsi didattici personalizzati. I giudici hanno ordinato un nuovo consiglio di classe per rivalutare la situazione.
Il consiglio di classe, riunitosi d’urgenza, ha finalmente promosso la bambina alla seconda elementare. Nonostante la vittoria, i genitori hanno deciso di trasferire la figlia in un altro istituto, a causa del rapporto compromesso con la scuola precedente. La preside ha definito la bocciatura iniziale “dolorosissima”, ammettendo la necessità di un supporto didattico adeguato per la bambina.
Il caso evidenzia le difficoltà nell’applicazione di percorsi inclusivi nelle scuole italiane e l’importanza del sostegno alle famiglie di bambini con bisogni speciali. La vicenda solleva interrogativi sulla formazione degli insegnanti e sulla gestione dei casi di alunni con disturbi di apprendimento.