I bagnini di Rimini hanno protestato contro una nuova ordinanza regionale che raddoppia la distanza di sorveglianza durante la pausa pranzo, imponendo un bagnino ogni 300 metri di spiaggia invece dei precedenti 150. La protesta, inizialmente prevista come uno sciopero di otto ore, è stata bloccata dalla prefettura che ha imposto il mantenimento del rapporto minimo di un bagnino ogni 150 metri per garantire la sicurezza dei bagnanti.

Nonostante il divieto di sciopero, i bagnini hanno organizzato un flashmob simbolico in mare e un corteo per ribadire le loro ragioni. La principale preoccupazione è legata alla sicurezza: coprire 300 metri di spiaggia in caso di emergenza, specie con un solo bagnino, è considerato un rischio inaccettabile. Il tempo di intervento in caso di annegamento è cruciale, e la distanza maggiore potrebbe compromettere la tempestività del soccorso.

Secondo Francesco Guitto della Filcams Cgil Rimini, aumentare la zona di controllo rappresenta un grave rischio per la sicurezza dei bagnanti. Il sindacato sottolinea che la decisione della prefettura, pur volta a garantire la sicurezza, limita un diritto costituzionale dei lavoratori. La salute e la sicurezza dei bagnini non possono essere sacrificate in nome della sola sicurezza dei bagnanti.
David Marenghi, presidente dell’Associazione Marinai di Salvataggio della Riviera, evidenzia la pesante responsabilità dei bagnini, che ogni anno effettuano centinaia di interventi di soccorso con un tasso di fallimento del 10%. Spiega che un intervento di salvataggio richiede almeno due persone e che il tempo di risposta è fondamentale. Inoltre, i bagnini sono penalmente responsabili in caso di incidenti, e questo peso aggiuntivo contribuisce alla loro preoccupazione.
La protesta evidenzia il delicato equilibrio tra la sicurezza dei bagnanti e le condizioni di lavoro dei bagnini. L’ordinanza regionale, pur mirata a garantire la presenza di personale di soccorso, viene contestata per la sua pericolosità e per il suo impatto sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. La situazione richiede una soluzione che garantisca entrambi gli aspetti, trovando un compromesso tra la sicurezza dei bagnanti e il rispetto dei diritti dei bagnini.