L’inizio del nuovo anno scolastico è stato segnato da un caos nelle supplenze, con numerosi docenti lasciati a casa dopo appena 24 ore dall’assegnazione. L’algoritmo utilizzato per le nomine, già criticato in passato, ha mostrato ancora una volta i suoi limiti, generando errori e creando disagi a livello nazionale.
In diverse regioni italiane, insegnanti hanno ricevuto nomine revocate o trasferimenti improvvisi. Alcuni hanno addirittura iniziato a lavorare, partecipando a consigli di classe e ricevendo assegnazioni di alunni, per poi scoprire di essere stati cancellati dal sistema. Le motivazioni ufficiali parlano di “errori materiali”, ma la situazione sta creando malcontento e preoccupazione tra i docenti.
I sindacati si sono schierati a fianco dei docenti precari, denunciando l’inadeguatezza del sistema e chiedendo un ritorno alle nomine in presenza. La situazione evidenzia la fragilità del sistema di reclutamento e i disagi che ne derivano per la continuità didattica e la serenità degli insegnanti. Le conseguenze potrebbero includere ricorsi alla giustizia amministrativa e ulteriori ritardi nell’avvio dell’anno scolastico.
Questo caos sottolinea l’urgente necessità di rivedere il sistema di assegnazione delle supplenze, garantendo maggiore trasparenza, efficienza e stabilità per i docenti precari. La soluzione potrebbe risiedere in un miglioramento dell’algoritmo o, addirittura, nel ritorno a un metodo di nomina più tradizionale.