L’isola di Stromboli, e in particolare il piccolo villaggio di Ginostra, sta affrontando un’emergenza inaspettata: un’invasione di capre. La popolazione di circa quaranta abitanti, che in estate arriva a un centinaio con l’arrivo dei turisti, si trova confrontata con circa duemila capre, un numero sproporzionato che sta causando seri problemi.
Questi animali, inizialmente introdotti sull’isola nel secondo dopoguerra, si sono moltiplicati in maniera incontrollata negli ultimi ottant’anni. Le capre, scese dalle pendici del vulcano, si sono diffuse in ogni angolo dell’isola, invadendo case e giardini. La loro alimentazione indiscriminata sta devastando la vegetazione: arbusti, bacche, corteccia di ulivo e piante di cappero sono le principali vittime di questa sovrabbondanza.
Gli abitanti raccontano di situazioni limite: le capre entrano nelle case, dormono sui letti, e rappresentano un pericolo anche per i turisti. Alcuni visitatori hanno riportato episodi in cui sono stati circondati da branchi di capre, rischiando di essere spinti verso i pericolosi strapiombi dell’isola. La situazione sta diventando insostenibile per la popolazione locale.
Oltre al danno ambientale, si registra anche un problema igienico-sanitario. Negli ultimi tempi, infatti, sono state trovate numerose carcasse di capre nei giardini delle abitazioni. La rimozione e la sepoltura di questi animali, a carico dei cittadini, comportano costi aggiuntivi e disagi.
A gennaio era stato elaborato un piano sanitario che prevedeva l’abbattimento di una parte degli animali e il trasferimento degli altri. Tuttavia, a causa di un iniziale ritardo nell’attuazione del piano, la situazione è ulteriormente peggiorata. Attualmente, sembra esserci una maggiore consapevolezza del problema da parte delle autorità locali, che si stanno impegnando a trovare una soluzione definitiva.
La convivenza tra abitanti e capre a Stromboli è diventata una lotta per la sopravvivenza, che richiede interventi urgenti e risolutivi per evitare ulteriori danni ambientali, economici e sanitari.