In Israele, circa un milione di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu e la sua gestione del conflitto nella Striscia di Gaza. Le manifestazioni, che si sono svolte in diverse città, chiedono la fine delle ostilità e il rilascio immediato degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. La protesta, di proporzioni notevoli considerando la popolazione dello Stato ebraico, ha visto la partecipazione di un vasto numero di cittadini, inclusi riservisti che hanno prestato servizio al fronte.
A Tel Aviv, epicentro delle proteste, una folla oceanica si è radunata in quella che è stata ribattezzata “Piazza degli Ostaggi”, sventolando una gigantesca bandiera israeliana con le immagini dei rapiti. Simili manifestazioni si sono tenute anche in altre città, con blocchi stradali che hanno interessato importanti arterie, tra cui l’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme. I manifestanti, riunitisi davanti alla residenza di Netanyahu, hanno scandito slogan come “Riportateli tutti indietro” e “Stop alla guerra”.
Nonostante l’ampia partecipazione, la polizia ha segnalato alcuni tafferugli con le forze dell’ordine, che si sono conclusi con una quarantina di arresti per disturbo dell’ordine pubblico. Il governo, invece, ha risposto alle proteste con durezza. Netanyahu ha accusato i manifestanti di favorire Hamas, sostenendo che le richieste di cessate il fuoco indebolirebbero la posizione israeliana e ritarderebbero il rilascio degli ostaggi. Smotrich, ministro delle Finanze, ha espresso un’opinione simile, affermando che tali azioni potrebbero portare a una ripetizione degli eventi del 7 ottobre e a una guerra senza fine.
Now in Tel Aviv!
We’re disturbing routine everywhere today because there is nothing normal about our government starving children, bombing civilians, and letting the hostages be killed. We refuse to let them steal our future on this land. We have to end these horrors NOW. pic.twitter.com/5132w5V8Ix
— עומדים ביחד نقف معًا Standing Together🟣 (@omdimbeyachad) August 17, 2025
Il Forum delle famiglie degli ostaggi, che ha sostenuto le manifestazioni, ha dichiarato che a Tel Aviv sarebbero state presenti quasi 500.000 persone, sottolineando il desiderio diffuso tra gli israeliani di una rapida conclusione del conflitto e la liberazione dei prigionieri. L’intelligence israeliana stima che una ventina di ostaggi siano ancora vivi a Gaza, molti in condizioni critiche. La situazione rimane tesa e le proteste rappresentano un’importante voce di dissenso contro le politiche del governo in un momento di grande incertezza.