Un video pubblicato dal deputato Francesco Borrelli mostra due Fiat Panda identiche, parcheggiate nello stesso luogo e con la stessa targa, sollevando dubbi su un possibile caso di clonazione di targhe a Napoli. La segnalazione, diffusa sui social, ha rapidamente generato un acceso dibattito online.
Nel filmato, le due auto appaiono indistinguibili, alimentando sospetti sulla reale possibilità di un’operazione illegale di duplicazione delle targhe. Una donna ha commentato il post affermando di possedere una terza Panda, quella originale, da cui sarebbero state clonate le altre due, dichiarando di aver già sporto denuncia due mesi prima. Altre testimonianze riportano esperienze simili, con episodi di clonazione di targhe che hanno portato a multe in località lontane dal luogo in cui si trovava effettivamente il veicolo.
Tuttavia, la veridicità del video di Borrelli è stata messa in discussione da diversi utenti online. Alcuni commentatori hanno espresso forti dubbi sull’autenticità del filmato, accusandolo di essere manipolato o addirittura falso. Si sottolinea la stranezza del tempismo, considerando che solo tre settimane prima il deputato aveva diffuso un’altra segnalazione simile, riguardante due motociclette con la stessa targa sull’autostrada A3.
La clonazione di targhe, secondo la Polizia Stradale, non richiede tecnologie particolarmente sofisticate. Bastano strumenti semplici, come nastro isolante e bianchetto, per alterare i numeri e le lettere della targa, permettendo ai veicoli di circolare indisturbati e di commettere infrazioni senza essere facilmente identificati dai sistemi automatici. È possibile, tuttavia, che vengano utilizzate anche stampanti più avanzate per creare copie più accurate.
Sebbene l’incontro casuale con un veicolo con targa clonata sia improbabile, la scoperta di multe provenienti da località mai visitate è un segnale più frequente. In questi casi, è fondamentale sporgere denuncia alla Procura della Repubblica, fornendo prove che dimostrino la presenza del veicolo in un’altra località al momento dell’infrazione, come fatture, scontrini o ricevute di pedaggio. La presentazione di documentazione comprovante l’alibi è essenziale per dimostrare la propria estraneità al fatto.
L’episodio solleva nuovamente il problema della sicurezza stradale e dell’efficacia dei sistemi di controllo. Il dibattito online evidenzia la necessità di una maggiore attenzione da parte delle autorità e di strumenti più efficaci per contrastare la clonazione delle targhe e tutelare gli automobilisti onesti.