Le trattative tra il Comune di Sanremo e la Rai sul futuro del Festival della canzone italiana sembrano aver trovato una soluzione. Dopo settimane di tensioni e voci su un possibile trasloco del Festival in altre città italiane, come Roma, Napoli, Torino o Rimini, sembra che Sanremo manterrà l’evento, ma a determinate condizioni.
Secondo indiscrezioni, il Comune di Sanremo ha deciso di accettare una serie di concessioni precedentemente rifiutate. Tra queste, la più significativa è l’assunzione dei costi per l’accoglienza degli artisti e dei tecnici del Festival. Ciò include le spese alberghiere e di ristorazione, oneri che in precedenza erano interamente a carico della Rai.
Questo cambio di rotta arriva dopo un periodo di stallo, in cui il Comune aveva avanzato richieste considerate inaccettabili dalla Rai, come la titolarità del marchio “Sanremo” e una percentuale sugli introiti pubblicitari. La Rai aveva ribadito che, in assenza di modifiche alle condizioni, il Festival sarebbe stato trasferito.
La prospettiva del trasloco, a partire dal 2027, ha spinto il sindaco Alessandro Mager e l’assessore al Turismo Alessandro Sindoni a un incontro a Roma con l’amministratore delegato Rai, Giampaolo Rossi. L’incontro è stato definito “positivo” da entrambe le parti.
Sebbene non ci sia ancora un accordo formale, le trattative sembrano procedere positivamente. La Rai ha chiarito che il futuro del Festival a Sanremo dipende da una ridistribuzione degli oneri: il Comune dovrà contribuire economicamente alla realizzazione dell’evento, non solo beneficiarne.
La Rai ha sottolineato l’esigenza di una maggiore corresponsabilità da parte del Comune, anche in considerazione delle spese per l’accoglienza, considerate in passato eccessive e inefficienti, e delle pressioni ricevute dalle case discografiche. La sensazione è che il Festival di Sanremo resterà nella città ligure, ma con nuove condizioni economiche imposte dalla Rai.
In sintesi, la città di Sanremo sembra aver evitato il trasloco del Festival, ma dovrà assumersi una quota maggiore dei costi, contribuendo in modo più sostanziale all’organizzazione dell’evento. Questo accordo rappresenta un compromesso che preserva la tradizione del Festival a Sanremo, ma ridefinendo i rapporti tra l’ente pubblico e la Rai.