Il Marocco è al centro di una polemica internazionale per la gestione della popolazione canina randagia. Mentre il governo afferma di aver investito oltre 24 milioni di dollari in programmi di sterilizzazione e vaccinazione di massa (TNVR), notiziari e gruppi animalisti denunciano l’abbattimento di oltre tre milioni di cani. Queste accuse includono l’utilizzo di metodi controversi, come l’uso di stricnina e armi da fuoco.
Il governo marocchino sostiene che l’elevato numero di cani randagi rappresenta un problema di salute pubblica, citando 100.000 morsi denunciati e 33 decessi per rabbia nell’ultimo anno. Per contrastare questo problema, oltre ai programmi TNVR, sono state introdotte multe fino a 1.500 dollari e pene detentive fino a tre mesi per chi maltratta gli animali di strada. Il ministro dell’Interno ha respinto le accuse di abbattimenti di massa, definendole ‘informazioni sbagliate e fuori contesto’.
Tuttavia, le proteste continuano. Organizzazioni per i diritti degli animali, come la PETA e la Fondazione Brigitte Bardot, denunciano l’euthanasia di massa di cani e gatti. Una protesta durante la Coppa del Mondo per club FIFA a giugno ha visto un attivista invadere il campo con uno striscione che condannava la pratica. La Fondazione Brigitte Bardot ha addirittura chiesto alla FIFA di impedire al Marocco di ospitare la Coppa del Mondo del 2030.
La discrepanza tra le dichiarazioni ufficiali del governo marocchino e le accuse di organizzazioni animaliste crea un dibattito acceso. Mentre il governo sottolinea gli sforzi per affrontare un problema di salute pubblica, gli animalisti chiedono una maggiore trasparenza e una condanna delle pratiche ritenute crudeli. La situazione rimane complessa e richiede ulteriori approfondimenti per comprendere appieno la portata del problema e la validità delle diverse affermazioni.
Il dibattito solleva questioni etiche e di benessere animale a livello globale, mettendo in luce le diverse strategie di gestione delle popolazioni animali randagie e le relative implicazioni. La mancanza di informazioni chiare e verificabili rende difficile una valutazione oggettiva della situazione e contribuisce alla polarizzazione del dibattito.